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La seta, ritratto di un tessuto sublime
12/03/2014
La leggenda narra che la nascita della sericoltura si deve all’imperatrice Xi Ling Shi che, passeggiando nel giardino imperiale, notò un bruco. Sfiorandolo con le dita, spuntò un filo di seta che avvolse su un dito formando un piccolo bozzolo.
S’iniziò da allora a lavorare la seta in tutta la Cina. Gli imperatori che si susseguirono mantennero segreta la conoscenza della sericoltura, fino al 300 a.C. , quando i metodi di lavorazione della seta iniziarono a diffondersi, per giungere in Europa intorno al 550 d.C.
In Europa la seta vede nell’Italia la maggiore produttrice dell’occidente, principalmente nella zona del comasco.
La seta, a seconda dei procedimenti di lavorazione che subisce, raggiunge un maggiore grado di pregio, perché ad ogni processo una parte viene persa (“cascame”).
Si può avere così, la fibra greggia, la fibra di seta cruda, quella raddolcita, sgommata o caricata.
Ma è soprattutto al tatto che la seta rivela tutte le sue proprietà. Se morbida, è ideale per tendaggi cadenti e delicati; se rigida, è perfetta per tendaggi più sostenuti.
Dalla fibra della seta si possono ottenere tre filati: l’organzino, il crépe, il ritorto per trama.
Con i cascami della seta si ottengono: lo schappe, lo shantung e la bourette.
Morbida, avvolgente, raffinata, elegante, nella nostra nuova collezione IRIS, la seta esprime tutta la sua bellezza nelle grandi altezze, in tessuti greggi e tinti, in accostamenti ad altri filati nobili quali il cotone e il lino.