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Da un insetto un tessuto pregiato: la seta


23/09/2015

Siamo nel 53 a.C., periodo in cui Roma scoprì un grande tesoro: la seta.
I produttori di questo prezioso “lanicio silvarum” (letteralmente “filato delle foreste”), come lo chiamavano i romani, furono i cinesi. La modalità di produzione era ignota ai padri importatori fino a quando due monaci in missione scoprirono il grande segreto.

Il flusso commerciale della seta che univa Cina, Medio Oriente e l’Europa non si arrestò.
E grazie alle spedizioni di Marco Polo arrivarono in Italia manufatti preziosi e soprattutto tessuti pregiati che crearono la fortuna di Venezia ma anche di Firenze, Lucca e Genova. Venezia divenne un importante centro di produzione della seta che raggiunse l’apice del suo splendore nel XVI secolo grazie all’importazione del baco da seta. 

Il segreto di questo materiale così morbido, prezioso e luccicante è infatti racchiuso nel lavoro di questo insetto originario della Cina che emette dalla bocca una specie di saliva molto viscosa che a contatto con l’aria diventa solida e forma un filo. Dal filo al bozzolo: i piccoli bachi iniziano a costruirsi la loro casa fino a quando si trasformano in falene e abbandonano la loro dimora lasciandola nelle mani degli uomini che ne creano un tessuto nobile, la seta.

Il processo di produzione di questo materiale è molto complicato e lungo, prima affidato solo al lavoro manuale, oggi supportato dell’aiuto delle macchine. Il bozzolo viene scaldato, ripulito e filato in tante fibre che vengono intrecciate tra loro per dare alla luce un filo più resistente.